Personalità

PERSONALITA’

Secondo Caprara, la personalità è un’organizzazione di modi di essere, di conoscere e di agire che assicura unità, coerenza, continuità, stabilità e progettualità alle relazioni dell’individuo con il mondo.
La psicologia si è impegnata ad indagare sia gli aspetti strutturali che quelli dinamici della personalità (i processi)
Lo
studio della STRUTTURA si è concentrata su quelli che vengono considerati gli elementi costitutivi della personalità: i tratti.
Il tratto si configura come una disposizione ad agire relativamente indipendente dal variare delle circostanze; una tendenza a pensare, agire e sentire in modi relativamente uniformi.

Non vi è però accordo in relazione alla natura e al numero dei tratti.
Alcuni(Costa e MacCrae) sostengono che i tratti siano elementi geneticamente costitutivi della personalità e pertanto individuano le cause ultime della condotta in un numero limitato di tratti base che supervisionano tutta una gerarchia di tratti minori e specifici che da essi hanno origine.
Altri autori affermano che il comportamento non sia determinato a priori dai tratti, in quanto essi sono considerati come espressioni fenotipiche che prendono forma a partire dalle interazioni organismo-ambiente nel corso dello sviluppo; in questa prospettiva il focus è centrato sui processi e i meccanismi che regolano la comparsa, il consolidamento, gli sviluppi e gli esiti dei tratti.


Lo
studio della DINAMICA(processi) riguarda il funzionamento della personalità come sistema capace di riflettere su se stesso e di interagire con l’ambiente. In tale ambito ci si occupa dei processi che presiedono alla: costruzione del sé; messa in atto di strategie di adattamento all’ambiente e di modifica dell’ambiente per soddisfare i bisogni individuali.

Le TEORIE DEI TRATTI hanno affrontato lo studio della struttura della personalità.

Secondo questo modello teorico, gli individui sono predisposti, fin dalla nascita, a reagire e comportarsi secondo determinati stili di condotta e disposizioni personali, che possono essere sistematizzati come tratti della personalità.

Allport dice che i tratti sono le unità fondamentali della personalità: li ha definiti come sistemi neuropsichici capaci di guidare forme di comportamento. Egli suppone esista una gerarchia di tratti, li ha distinti in: individuali, comuni, cardinali, centrali, secondari.

Ci sono poi autori che hanno proposto una vera e propria tassonomia della personalità: Cattell, Guilford, Eysenck hanno impiegato l’analisi fattoriale per l’indagine sulla personalità, per ridurre le molteplici manifestazioni fenomeniche a delle fondamentali dimensioni latenti: Cattell e Guilford propongono sistemi in cui c’è un numero ampio di tratti a ciascuno dei quali corrispondono condotte simili(Cattell 16, Guilford 10), invece Eisenck propone 3 superfattori (estroversione, nevroticismo, psicoticismo) che si trovano nel livello più alto della sua gerarchia. Questi rappresentano dei “tipi” caratterizzati da condotte anche piuttosto diverse tra loro.

TEORIA RECENTE: Attualmente, con il MODELLO DEI BIG FIVE sono state individuate 5 dimensioni o fattori fondamentali per la descrizione e valutazione della personalità, che si pongono a un livello intermedio rispetto ai modelli che fanno riferimento a poche dimensioni molto generali (Eisenck) e rispetto a quelli che prevedono un ampio numero di tratti molto specifici (Cattell). Questi 5 fattori sono:

1)Energia: la tendenza a “prendere di petto” le varie circostanze della vita. Capacità di imporsi e affermare il proprio punto di vista

2)Amicalità: tendenza all’altruismo, prendersi cura..Al polo opposto:ostilità,egoismo, indifferenza verso altri

3)Coscienziosità: precisione, responsabilità, puntualità

4)Stabilità emotiva: capacità di mantenere un equilibrio emotivo e regolare gli stati emotivi negativi

5)Apertura mentale: apertura verso nuove idee, verso i valori degli altri, ampiezza dei propri interessi culturali

I 5 fattori fondamentali sono articolati in sottodimensioni, che ne colgono aspetti più particolari e consentono una descrizione più fine della personalità.

METODI

Vengono usati test quantitativi e oggettivi: per quanto riguarda la misura dei Big Five, attualmente sono 2 i questionari che vengono maggiormente utilizzati: il NEO-PI (MacCrae e Costa) e il BFQ di Caprara, Borgogni, Barbaranelli.

In entrambi i 5 fattori fondamentali sono articolati in sottodimensioni, che ne colgono aspetti più particolari e consentono una descrizione più fine della personalità.

Mntre il Neo-pi presenta un n di item elevato(240), il BFQ è più breve (132 item). Il BFQ ha una scala L, che misura la tendenza del soggetto a dare un’immagine di sé distorta (in positivo o in negativo).

Il 16 PF di Cattell fornisce un profilo di personalità, che si basa sulla posizione del punteggio in sedici scale relative a fattori bipolari (come estroversione/introversione..). Non fa riferimento alla presenza o assenza di disturbi.

Un altro test di personalità quantitativo è il MMPI. Le scale cliniche esplorano vari quadri patologici come: depressione, isteria, mania..i singoli punteggi di ogni sotto-scala indicano la probabile presenza di un disturbo(per es presenza di depressione).

APPLICAZIONI:

-Il BFQ è uno strumento rilevante soprattutto in ambito organizzativo, per individuare i profili di personalità più idonei ai vari criteri organizzativi.

Nel settore della psicologia clinica e della salute questo strumento può trovare ampio uso nell’evidenziazione dello stile di adattamento venutosi a sedimentare nel corso della vita, e può aiutare a capire l’origine delle difficoltà attuali e le prospettive future di benessere psicologico. Nell’ambito educativo, infine, può essere adoperato per misurare il livello di adattamento e di successo che il ragazzo può avere nelle attività scolastiche.

Il 16PF può essere applicato come test per valutare le attitudini del soggetto e per completamento della selezione del personale: se il profilo del candidato assomiglia a quello tipico del mestiere che egli vuole intraprendere, è possibile ipotizzare che la sua struttura di personalità ha delle caratteristiche adeguate per quella attività. Quindi può servire come test attitudinale, in aggiunta a dei test più dettagliati e specifici.

Dato che alcune combinazioni di profilo sono caratteristiche ricorrenti di alcune patologie, il 16PF può talvolta essere usato anche per le diagnosi cliniche.

E’ possibile usare il 16PF anche come test di ansia come disagio emotivo transitorio, analizzando il profilo degli ultimi 4 fattori (poiché gli ultimi 4 sono delle misure di una condizione transitoria).

ALTRA TEORIA RECENTE:

TEORIA SOCIAL COGNITIVA (BANDURA)

La teoria social- cognitiva si basa sul principio del determinismo triadico reciproco: questo principio stabilisce che il funzionamento della persona deriva dalle complesse interazioni che hanno luogo tra tre fattori strettamente interrelati: l’ambiente fisico e sociale, i sistemi cognitivi e affettivi della persona, il comportamento.

Ognuno di questi tre fattori esercita un’influenza causale sugli altri due, quindi i tre elementi si “determinano reciprocamente”.

Bandura individua 5 capacità cognitive fondamentali della mente umana:

  • Capacità di simbolizzazione: capacità di rappresentare simbolicamente le conoscenze
  • Capacità di previsione: anticipare eventi futuri
  • Capacità di apprendimento per osservazione: capacità di apprendere nuove conoscenza tramite l’osservazione e imitazione di un modello
  • Capacità di autoriflessione: permette di analizzare le proprie esperienze e riflettere sui propri processi di pensiero
  • Capacità di autoregolazione: capacità di esercitare un controllo sulla propria vita e sull’ambiente

Queste capacità attestano l’operato del sistema del sé, che assicura il senso della propria identità e continuità e dirige la condotta.

Queste capacità permettono all’uomo di esercitare un’influenza sull’ambiente circostante.

Infatti l’ambiente ha una forte influenza sull’individuo, in quanto fornisce le occasioni, i modelli e gli standard, ma al tempo stesso l’individuo ha un ruolo attivo nell’influenzare l’ambiente, grazie alle sue capacità di autoriflessione e autoregolazione.

Secondo Bandura il meccanismo più importante attraverso cui opera il sistema del Sé è l’autoefficacia percepita.

L’autoefficacia percepita corrisponde alla convinzione personale di essere all’altezza di determinate situazioni; la convinzione di avere le capacità necessarie per raggiungere determinati obiettivi.

Si tratta di un costrutto specifico, infatti ci si può sentire altamente efficaci in certe situazioni e sentirsi invece inefficaci in altre.

Il costrutto dell’autoefficacia rende conto di come mai le persone sono più motivate a impegnarsi in certe attività piuttosto che in altre: le persone non hanno motivo di impegnarsi in attività che percepiscono al di fuori della loro portata, nelle quali ritengono di non avere le capacità.

Se invece una persona è convinta di avere le capacità, allora si impegnerà per raggiungere quell’obiettivo (dunque, sarà motivata).

La percezione della propria autoefficacia dunque orienta la persona e i suoi comportamenti nei vari ambiti della sua esistenza.

Le persone con elevata autoefficacia scelgono obiettivi ambiziosi, hanno maggiore impegno e perseveranza nei compiti, davanti alle difficoltà aumentano l’impegno e le vedono come sfide da superare.

Invece le persone con basso senso di autoefficacia: si concentrano sui propri limiti e sulle conseguenze negative, davanti alle difficoltà si scoraggiano e abbandonano, ripiegano su compiti facili e obiettivi bassi.

E’ possibile modificare le proprie convinzioni di autoefficacia attraverso:

– l’esperienza diretta ossia sperimentando esperienze di successo

  • la persuasione verbale
  • l’osservazione di modelli che hanno successo e riescono
  • il monitoraggio degli stati emotivi e fisiologici

METODI:

Scale messe a punto da Caprara per la valutazione dell’autoefficacia scolastica, emotiva, sociale, organizzativa…

APPLICAZIONI DELLA TEORIA DI BANDURA

Nel contesto scolastico l’autoefficacia riveste un’importanza fondamentale.

L’autoefficacia scolastica è l’insieme di convinzioni che gli studenti hanno circa la propria capacità di studiare le materie scolastiche con successo, trovare supporto al proprio apprendimento, regolare la propria motivazione.

Un’elevata autoefficacia scolastica determina:

  • una maggiore motivazione scolastica (maggior impegno nei compiti, persistenza, concentrazione..)
  • migliori risultati
  • maggiore competenza e alte prestazioni:

=  Di conseguenza miglior apprendimento

Le condizioni che a scuola sviluppano l’autoefficacia tra gli studenti sono:

– aspettative di apprendimento elevate

– ambiente scolastico intellettualmente stimolante

– fornire feedback chiari

– aiutare gli studenti a stabilire i propri obiettivi di apprendimento

  • incoraggiamento all’autonomia e l’indipendenza

Invece abbassano l’autoefficacia scolastica:

  • ritmi di insegnamento e metodi di apprendimento troppo rigidi
  • valutazione basata sulla competizione

Inoltre è stato dimostrato che l’autoefficacia emotiva (convinzione di essere in grado di gestire le proprie emozioni) è un fattore protettivo della depressione, soprattutto in adolescenza.

Le persone con alto senso di autoefficacia sono  meno soggette a depressione e a stress.

Anche nel contesto organizzativo interventi tesi a incrementare l’autoefficacia percepita dei lavoratori sono sempre più frequenti, poiché in ambito organizzativo aumenta la prestazione lavorativa e il successo. Questi interventi possono consistere in percorsi formativi di empowerment dei gruppi di lavoro, o anche attraverso coaching individuali di manager o quadri.

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